ELEZIONI IL PAESE FANALINO DI CODA DEL CONTINENTE IN BILICO TRA UE E INFLUENZA RUSSA
Moldova, i più poveri d' Europa portano al trionfo i comunistiMaggioranza assoluta per l' ultimo partito leninista Il presidente si vanta di aver costruito «uno Stato sociale leninista» e pensa di passare alla Storia come «il Deng moldavo»La ragazza ammicca dal manifesto elettorale: «Insieme per una Moldova europea». Sotto la scritta, falce e martello.
«Ma i giovani se ne vanno, il futuro se lo costruiscono in Russia o in Europa», dice Mikhail, 50 anni, uno dei pochi rimasti nel villaggio di Ustia, Moldova orientale. Ieri il più povero Paese europeo ha votato per il rinnovo del Parlamento e secondo gli exit poll il Partito comunista del presidente Vladimir Voronin si è confermato prima forza politica con il 45,5% dei voti conservando gli attuali 56 seggi su 101. Superano la soglia di sbarramento del 6% anche Liberali (14%), Liberaldemocratici (14%) e Nostra Moldova (10%).
Con una maggioranza solida ma non fortissima, i comunisti cercheranno sostegno esterno per affrontare il primo scoglio della nuova legislatura, l' elezione del nuovo presidente della Repubblica: per far passare il proprio candidato avrebbero bisogno di almeno cinque seggi in più ma i leader dell' opposizione hanno subito escluso la possibilità di formare una coalizione con un «partito criminale». In carica dal 2001, fiero di aver costruito «uno Stato sociale leninista» e convinto di passare alla Storia come «il Deng Xiaoping moldavo», Voronin incarna la stabilità, puntellata da slogan e riti che sembrano voler fermare il tempo.
Uno dei primi provvedimenti adottati dai comunisti dopo la vittoria del 2001 fu il ripristino di gran parte delle statue di Lenin rimosse dopo il collasso dell' Urss e negli anni il presidente ha continuato a inneggiare ai «classici del marxismo-leninismo dai quali ricavare insegnamenti utili per risolvere i problemi del presente». A 67 anni Voronin non intende comunque uscire di scena e già pensa a un futuro da presidente del Parlamento o segretario del partito. Lascia al suo successore un Paese dipendente dal gas russo e affamato d' Europa.
Parte della Romania fino al 1940, poi Repubblica socialista sovietica, infine indipendente dal 1991, la Moldova (dizione preferita al calco russo «Moldavia») ha mantenuto con Mosca rapporti altalenanti negli ultimi otto anni. Allineato da principio su posizioni nettamente filo-russe, Voronin si è gradualmente avvicinato a Bruxelles, assicurandosi gli aiuti Ue e inserendo il Paese prima nella cornice della Politica europea di vicinato, poi nel Partenariato dell' Est che sarà lanciato il prossimo maggio.
L' appoggio di Mosca resta imprescindibile per cercare una soluzione al conflitto congelato della Transdnistria, la regione separatista a maggioranza russofona che si autoproclamò indipendente nel 1990, senza ottenere il riconoscimento internazionale, e fu teatro del sanguinoso conflitto del 1992. L' economia, già minata dall' embargo russo sulle esportazioni di vino e prodotti agricoli del 2006, poi dalla siccità del 2007 e dall' aumento del prezzo del gas, è a terra e in campagna elettorale l' opposizione ha accusato il governo di aver nascosto gli effetti della crisi economico-finanziaria.
Uno stipendio medio si aggira intorno ai 240 euro, la corruzione dilaga, un quarto della popolazione in età da lavoro vive all' estero, le rimesse degli emigrati ammontano a un terzo del Pil (a gennaio la Banca centrale ha registrato un calo del 30% rispetto allo stesso mese del 2008). Determinante nel voto di ieri lo zoccolo duro di dipendenti pubblici e pensionati. «Sono membro del partito da 45 anni - ha detto all' agenzia Reuters un settantenne di Chisinau -. Voterò comunista finché vivo».
Maria Serena Natale
La storia, dall' indipendenza a oggi La svolta del 1991 .
Alla fine della seconda guerra mondiale la Moldova passò dalla Romania all' Urss.
Con il collasso del comunismo e la politica di apertura di Gorbaciov, il fronte nazionalista moldavo riuscì ad avere la meglio: nel 1991 la Moldova proclamò la piena indipendenza Guerra civile La Transdnistria, regione al confine con l' Ucraina, riaffermò la propria lealtà alla Russia. Scoppiò nel 1992 una guerra tra l' esercito moldavo e le truppe della Transdnistria che si concluse con l' intervento dei russi e l' autoproclamazione della Repubblica della Transdnistria Comunisti al potere Da 8 anni i comunisti sono alla guida del Paese. Sono tornati al potere nel 2001, dopo un decennio di liberismo filo-occidentale che aveva portato il Pil a ridursi di un terzo. Vladimir Voronin è il primo presidente comunista di un Paese ex-sovietico.
Natale Maria Serena
http://archiviostorico.corriere.it/2009/ap...090406017.shtml
venerdì 10 aprile 2009
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