CUM NE PREGATIN NOI DE REFERENDUM???

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mercoledì 8 luglio 2009


Non solo economica, ma anche politica: se non ci sarà il nuovo Presidente, la Moldova corre verso elezioni anticipate. Un nuovo 5 aprile?
Scritto per noi daEcaterina Deleu* 26/05/2009

Il 28 maggio il Parlamento moldavo, con una maggioranza comunista di 60 seggi su 101, avrebbe dovuto esperire un secondo tentativo per eleggere il Capo dello Stato. Ma, come nella migliore tradizione della Commedia dell'Arte, la seduta è stata rinviata al 3 giugno prossimo, causa importante festività religiosa. I membri dell'Assemblea sono stati avvisati solo poco prima dell'inizio dei lavori. Il primo tentativo, il 20 maggio scorso, non aveva dato alcun esito. L'opposizione aveva abbandonato i banchi del Parlamento, e i 60 deputati comunisti hanno votato, malgrado la certezza che i loro voti, in blocco, non sarebbero stati sufficienti per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Era necessario un solo voto in più che l'opposizione non ha voluto concedere. L'ex Primo Ministro Zinaida Grecianâi, deputato comunista, si era accaparrata tutti i 60 voti disponibili. Il medico Stanislav Gropa, proposto anch'egli dal Partito Comunista, non ha incassato neanche un voto. Per il secondo turno, quello del 28 maggio, i comunisti hanno nuovamente candidato la Zinaida Grecianâi, mentre Gropa si è ritirato dalla corsa. Al suo posto ci sarà Andrei Neguta, ambasciatore moldavo in Russia ed ex-deputato comunista. Neguta gode del sostegno di 16 deputati comunisti.
Dopo le elezioni parlamentari del 5 aprile e le violenze registrate nel centro della capitale, con la devastazione dei sedi di Parlamento e Presidenza, la Moldova sta attraversando quindi un altro periodo di incertezze. Il traguardo della stabilità sembra difficile da raggiungere. L'opposizione liberale si è tirata nuovamente fuori dai giochi e ha dichiarato che no parteciperà al voto neanche nella sessione del 28 maggio. Se nulla cambierà fino a giovedì, alla maggioranza comunista mancherà ancora quel voto che gli permetterebbe di decidere tutto da sola. Un'altra fumata nera potrebbe condurre, a giudizio di politologi moldavi, direttamente a elezioni anticipate. Ma ciò vorrebbe dire un altri due, tre mesi di instabilità, una situazione che la Moldova, messa dura a prova dalla crisi economica e dalle gravi condizioni in cui versa il sistema bancario, non può proprio permettersi. Una nuova campagna elettorale, visti i costi che comporta, potrà essere avviata solo in autunno. L'incertezza politica, insieme alla situazione economica molto difficile, avrà delle conseguenze devastanti e la colpa verrà fatta ricadere quasi certamente sull'opposizione, come ha recentemente dichiarato Viorel Ciubotaru, direttore dell'IPP (Istituto di Politiche Publiche).
Dall'altro lato, l'incapacità del Partito Comunista di ottenere il cosiddetto "voto d'oro" verrà interpretato come un segno di debolezza. Alla vigilia del voto del 20 maggio uno dei deputati comunisti, Mark Tcaciuk, aveva dichiarato che il partito della maggioranza avrebbe avuto a disposizione ben più di un "voto d' oro". A questo proposito, sono partite subito le denunce da parte dell'opposizione: secondo un deputato del Partito Liberale, qualcuno dalla maggioranza avrebbe offerto "qualsiasi somma, nei limiti ragionevoli", un altro ha saputo che sul suo conto era stata aperta un'indagine giudiziaria, alludendo a un ricatto politico. Per evitare che qualche deputato dell'opposizione cedesse alla "tentazione", i rappresentanti dei gruppi parlamentari hanno deciso che l'opposizione avrebbe disertato la votazione. E così è stato.
Lo stesso accadrà giovedì, dal momento che i liberali non accetteranno mai di votare un candidato proposto unilateralmente dal Partito Comunista che non è disposto cedere a una persona "neutrale" la più alta carica politica. In Moldova, il mondo politico, quello economico e la gente comune sono in attesa di una soluzione. E anche se la prospettiva delle elezioni anticipate sembra non piacere e convenire a nessuno, il partito comunista si dichiara pronto ad affrontare una nuova campagna elettorale. Un altro 5 aprile, ma a che cosa porterà?

*Giornalista del quotidiano moldavo Flux

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