CUM NE PREGATIN NOI DE REFERENDUM???

CUM NE PREGATIN NOI DE REFERENDUM???
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giovedì 13 agosto 2009


Moldova in un clima di fine- regime: i gerarchi esportano capitali.
Voronin tratta l’immunità.
Scritto da Sergio Bagnoli
mercoledì 12 agosto 2009
Mentre l’opposizione unita moldava guidata dal socialista, fino a qualche mese fa comunista, Marian Lupu sta contando i numeri in Parlamento – che ci sono – per formare un nuovo governo di transizione democratica e – ma purtroppo per questo i numeri non ci sono – per dare alla nazione un nuovo presidente ed evitare l’ennesimo scioglimento del Parlamento e nuove elezioni legislative anticipate per l’inizio dell’anno prossimo, i gerarchi più fidati dell’attuale Presidente comunista Vladimir Voronin, in un clima di fine regime, stanno tentando di salvare il salvabile. Stanno, in poche parole, trasferendo in istituti di credito statunitensi le ingenti ricchezze accumulate in anni ed anni di rapine compiute in nome del popolo ai danni del popolo stesso. Il capo della banda, Vladimir Voronin, invece, si sta godendo un periodo di ferie in Turchia. Lupu, dal canto suo, non nascondendo le proprie ambizioni presidenziali, sta trattando con alcuni deputati comunisti, suoi ex compagni di partito, il personale appoggio quando il Parlamento di Chisinău, formato da centouno deputati, dovrà eleggere il Presidente della Repubblica. Nei grigi e tristi palazzi istituzionali di Chisinău inizia a serpeggiare un moderato ottimismo circa le possibilità di riuscita del tentativo di Lupu, mentre ufficialmente le autorità moldave continuano a battere la grancassa della cospirazione antipopolare ordita dalla vicina, ed europea, Romania, "stato- canaglia completamente succube agli interessi imperialistici di Washington". Intanto comunque quegli stessi dirigenti comunisti che in patria bollano come stato imperialista gli Stati Uniti, sotto falso nome cercano di aprire conti milionari nei tanto vituperati istituti di credito capitalistici. E’ un “ deja vu”, l’ennesima tragica fine di uno tra gli ultimi regimi del socialismo reale. Lupu, qualora riuscisse ad attrarre attorno alla sua persona i favori di otto deputati comunisti, pronti magari a riciclarsi sotto altre spoglie nella Moldavia democratica del futuro, promette al suo popolo libertà di parola e di espressione nonché la riapertura delle frontiere con Bucarest, permettendo ai cittadini romeni – da aprile ciò è vietato – di recarsi dalle parti di Chisinău magari a trovare i parenti separati, considerato che sino al 1945 la Moldavia era parte integrante della Romania. Lupu ha inoltre promesso ai suoi concittadini una svolta liberal- democratica soprattutto in economia e tutto ciò lascia presagire come, in caso di elezione del nuovo presidente, a ricoprire la carica di premier andrà il liberal- democratico Alexandru Tănase. Voronin intanto pare cerchi con sempre maggior insistenza, ricattando il forum democratico, l’immunità penale: minacciando in caso contrario di sciogliere il Parlamento ed indire, con l’aiuto di Mosca, nuove elezioni dal risultato preconfezionato, scatenando poi la repressione. Tanti a Chisinău come a Bucarest si dicono pronti a scommettere però sul fatto che queste siano solo false minacce di un uomo mediocre sconfitto dalla storia.
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