CUM NE PREGATIN NOI DE REFERENDUM???

CUM NE PREGATIN NOI DE REFERENDUM???
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martedì 14 aprile 2009

Roma, 14 apr. (Apcom-Nuova Europa)
- La giornata che precede il nuovo conteggio dei voti in Moldova è stata segnata da due annunci. Il primo quello dei tre partiti d'opposizione che chiederanno l'annullamento delle elezioni legislative del 5 aprile.
Il secondo, invece, è arrivato da Bucarest, dal presidente romeno Traian Basescu, che parlando davanti al Parlamento ha chiesto un'inchiesta europea sulle "repressioni" della manifestazioni anti-comuniste di Chisinau e ha denunciato la violazione dei diritti dell'uomo da parte delle autorità moldave. E mentre domani le commissioni elettorali locali si preparano a conteggiare nuovamente le schede, l'opposizione denuncia che i veri brogli sono stati organizzati nella stesura delle liste di votanti. Secondo il leader del partito Liberaldemocratico Vlad Filat "durante i controlli" è stato rilevato "che i nomi di persone decedute molto tempo fa appaiono ancora sulle liste. I nominativi di minorenni e cittadini che risiedono all'estero da anni sono presenti sulle stesse liste e sono segnati tra coloro che hanno votato" per un totale di 400 mila persone aggiunte "dai Comunisti con l'assistenza del ministero dell'Informazione, che detiene le banche dati", ha denunciato Filat. Per questo motivo l'opposizione ha annunciato che non parteciperà al nuovo computo ma che si dedicherà alla contestazione delle liste degli aventi diritto chiedendo che vengano indette nuove elezioni. Il voto di domenica 5 aprile ha assegnato la maggioranza ai comunisti del presidente Vladimir Voronin. L'opposizione anti-comunista inoltre ha lanciato un appello alla Comunità internazionale, chiedendo in una lettera aperta all'Ue, al Consiglio d'Europa e all'Onu di intervenire contro "le violazioni diffuse dei diritti umani, in particolare dei detenuti". Richiesta che è arrivata a gran voce anche da Bucarest dove Basescu ha risposto, dopo una settimana alle accuse rivolte dal suo omologo moldavo, secondo cui la Romania sarebbe dietro alle manifestazioni anti-comuniste che hanno portato anche agli scontri con la polizia e all'arresto di 200 persone. Bucarest chiede che l'inchiesta faccia luce "sulla repressione" degli oppositori anti-comunisti e sulla "violazione dei diritti dell'uomo e della libertà di espressione", ha spiegato il capo di stato romeno che non ha voluto rispondere prima per evitare l'escalation di tensione nelle relazioni diplomatiche tra Bucarest e Chisinau, che sono già ai ferri corti. Basescu nel suo discorso ha dichiarato che non permetterà che si innalzi "una nuova cortina di ferro" sul Prut, il fiume che demarca il confine tra Romania e Moldova e non tollererà "che i romeni oltre il Prut siano umiliati perché non crediamo in un sistema ostile". Il capo di stato ha fatto riferimento anche alle ipotesi ventilate da Voronin su interessi e mire territoriali romene sulla Moldova, che fino al 1940 faceva parte del territorio romeno: "La Romania non intende far valere i diritti sui territori persi in passato. La Romania non vuole discutere delle frontiere e della sovranità della Moldova. Come Paese europeo abbiamo la responsabilità di informare sia i nostri alleati e gli altri Paesi del mondo di ciò che accade al di là del Prut". Il presidente romeno ha anche chiesto che vengano riaperte le frontiere e annullato il regime di visti introdotto unilateralmente dalla Moldova nei confronti dei romeni. Secondo Basescu si tratta di una violazione del diritto internazionale, come anche le mancate informazioni da parte delle autorità moldave su romeni che si trovano in carcere. Il capo di stato romeno, nella sua decisa risposta a Chisinau, ha voluto ricordare anche che i fallimenti nello sviluppo della democrazia in Moldova non sono da ricondurre alla Romania, ma a chi sta governando a Chisinau, perché la Romania è stata la prima riconoscere la Moldova come stato indipendente nel 1991.

Bruxelles, 14 apr. (Apcom-Nuova Europa)
- L'Unione europea si prepara a lanciare il 'Partenariato per l'Est', la nuova iniziativa di cooperazione con Ucraina, Georgia, Moldova, Bielorussia, Azerbaigian e Armenia il 7 maggio a Praga.
Ma nel frattempo i Paesi più avanzati del vicinato ex sovietico dell'Ue sono entrati in subbuglio: la Moldova è scossa dalle violente proteste dell'opposizione contro il regime comunista del presidente Vladimir Voronin; in Georgia i manifestanti chiedono le dimissioni del capo di Stato Mikheil Saakashvili; in Ucraina il Paese sprofonda nella crisi economica, mentre la classe politica non riesce a mettersi d'accordo sui tagli da attuare per salvaguardare il prestito da 16,4 miliardi di dollari concordato con il Fondo monetario internazionale (Fmi). Una situazione esplosiva, che rischia di spezzare le ali al progetto europeo di stabilizzazione dell'area, già contestato aspramente dalla Russia. Secondo il presidente romeno, Traian Basescu, Bruxelles dovrebbe reagire inviando una missione di accertamento dei fatti a Chisinau, dove l'opposizione denuncia abusi "sistematici" contro centinaia di persone arrestate dopo gli scontri del 7 aprile, e dove domani verrà annunciato l'esito della riconta delle elezioni. "Le rappresaglie, le violazioni dei diritti dell'Uomo e della libertà di espressione, le espulsioni dei giornalisti e le accuse lanciate contro la Romania obbligano la Romania a chiedere un'inchiesta europea sulle responsabilità delle repressioni effettuate in questi ultimi giorni", ha detto oggi Basescu di fronte al parlamento. Voronin ha accusato Bucarest di aver pilotato le manifestazioni, insieme ad agenti "jugoslavi" al soldo di organizzazioni non governative Usa. "Volevano approfittare della situazione e organizzare una di queste cosiddette 'Rivoluzioni colorate'. Lo stesso che è accaduto a Belgrado, Tbilisi, Bishkek e Kiev", ha accusato il presidente moldavo in un'intervista pubblicata ieri su El Pais. Secondo Christiane Hohmann, portavoce del commissario Ue alle Relazioni Esterne Benita Ferrero-Waldner, lo stesso Voronin ha suggerito l'invio di una missione Ue nella conversazione avuta sabato scorso con il Rappresentante Ue per la politica estera Javier Solana. Ma la presidenza ceca dell'Ue getta acqua sul fuoco. "Per il momento non c'è alcun preparativo per una missione Ue", spiega il portavoce Jan Sliva, limitandosi a dichiarare che la Moldova sarà discussa giovedì in una riunione tecnica tra i Ventisette e dai ministri degli Esteri Ue nel Consiglio previsto il 27 aprile a Lussemburgo. Per quanto riguarda la partecipazione al summit del 'Partenariato Est' di Voronin, o del presidente autoritario della Bielorussia Aleksandr Lukashenko, nulla è ancora deciso. Nel frattempo a Chisinau continua a mediare il Rappresentante speciale Ue per la Moldova, il diplomatico ungherese Kalman Mizsei, che dovrebbe riferire "a breve" a Bruxelles.

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