CUM NE PREGATIN NOI DE REFERENDUM???

CUM NE PREGATIN NOI DE REFERENDUM???
http://www.timpul.md/articol/cum-ne-pregatim-noi-de-referendum-14868.html

martedì 8 giugno 2010

I  MOLDAVI  VISTI  DA  UN  ITALIANO ..
Mi capita spesso di frequentare  persone moldave che lavorano in Italia e ho capito che uno dei temi che più dividono la loro comunità è la considerazione che ognuno ha della indipendenza e sovranità della propria Patria. 
Credevo fosse un fenomeno da emigranti, ma nel 2009 a Chisinau, insieme ad alcuni imprenditori italiani ho pranzato con esponenti del mondo universitario e parlando del futuro della Moldova, con grande sorpresa, ho ascoltato gli accademici esternare la loro ferma determinazione nell’ auspicare l’unificazione della repubblica di Moldova con la Repubblica di Romania rivendicando una identità culturale e linguistica con la confinante regione rumena della Moldavia.
Gli italiani esterrefatti chiedevano come mai la parte colta di un popolo - che da paese occupato ha  ottenuto l’indipendenza - desidera sottomettersi ad un'altra nazione  rinunciando alla propria libertà e sovranità, contrariamente a quanto invece accade in ogni parte del mondo dove anche con le più piccole espressioni etniche, linguistiche, culturali ecc..  si invoca e si combatte per l’indipendenza, l’autonomia e la libertà. 
Sorpresi della reazione degli italiani che consideravano antistorica e contro tendenza la rinuncia di un popolo alla propria sovranità, gli intellettuali moldavi affermarono che la liberta che avevano ottenuto era una libertà inutile, che non sapevano cosa farci quando non si possiedono i mezzi per ottenere progresso e benessere per il popolo. Inoltre, aggiungevano, che la necessità di diventare rumeni era  anche dettata dalla opportunità di entrare immediatamente nell’Unione Europea,  obiettivo altrimenti raggiungibile solo in tempi molto lunghi.
In altre parole, a meno che non avessero trovato giacimenti d’oro, erano disposti a vendere sovranità, autonomia, libertà e dignità di popolo in cambio del benessere. 
Da questo incontro ho ricevuto la certezza che in alcuni ambienti della cultura moldava manca del tutto il valore dell’identità nazionale, e si ignora del tutto il concetto di sovranità nazionale.   Atteggiamenti analoghi in Italia sono puniti come attentato alla Costituzione, ma se si tratta di stranieri questi potrebbero essere espulsi per attività sovversiva contro la Repubblica di Moldova, avendo l’Italia riconosciuto la sovranità del popolo moldavo. 
Tuttavia questo atteggiamento sembra riguardare una trascurabile minoranza di moldavi “pseudo-colti” che dall’altezza della loro cultura si confrontano solo con le elite artistiche della Romania. Infatti la maggior parte dei moldavi di Roma, conosciuti come ottimi e onesti lavoratori,  con il popolo rumeno non desiderano affatto essere confusi, anche perché questi non godono di una buona reputazioni tra gli italiani.  
Questi atteggiamenti e manifestazioni di pensieri controtendenza  (che in Italia sono definiti cultural-chic e contraddistinguono il pensiero post-comunista),   sono l’espressione di chi è incapace di lottare per migliorare il presente, di chi fugge i  sacrifici della globalizzazione, di chi ricorre al passato per condizionare il futuro, di chi presume di possedere la verità tacciando di ignoranza chi non la pensa come lui, di chi non accetta il presente quale risultato della storia.

Questi minoritari circoli culturali, abbagliati da una libertà piovuta quasi per caso e senza lotta, sono incapaci di affrontare la dura povertà del proprio Paese, e ricercano nella fusione con la Romania una guida, o un padrone,  meno odioso di Mosca, mostrando con questa scelta  tutti i limiti di classe dirigente, inutile ma non dannosa perché incapace di prendere nelle proprie mani il destino dei propri connazionali.  

Purtroppo il partito pro-romania è rappresentato in Parlamento e senza capirlo può bloccare il processo storico della Moldova.  Infatti a causa dell’esiguo margine dell’attuale Governo anche la minima divisione della maggioranza consentirebbe il ritorno dei comunisti al potere e con essi finirebbe il sogno europeo con il ritorno ai tempi bui del colonialismo commerciale dell’est.  
Ma quanto di ciò è inconsapevole il partito pro-romania ??  Dopo aver saputo che nella rivoluzione twitter  dell’aprile 2009 a Chisinau la bandiera Romena sul Parlamento era stata innalzata da infiltrati dei servizi comunisti, è lecito pensare che questo partito filo romeno e questi circoli siano presidiati ed infiltrati per far cadere l’attuale maggioranza e favorire il ritorno dei comunisti al potere.
Autore:   GLOBAL

CITAZIONI:

Non c’è civiltà senza stabilità sociale.
Non c’è stabilità sociale senza stabilità individuale.
(Aldous Huxley)

La servitù avvilisce gli uomini sino a farsene amare.
(Luc De Vauvenargues)



http://www.moldinit.com/publ/i_moldavi_visti_da_un_italiano/5-1-0-557
http://forum.moldweb.eu/topic/10973-i-moldavi-visti-da-un-italiano
 
 

2 commenti:

  1. Gianni Cilli scrive:
    non credo che avverrà mai quello che è accaduto in Germania dopo la caduta del muro i due paesi si avvicineranno si ma non avverrà la tanto sperata fusione, Perchè il quadro economico è tale da non consentire che la Romania si faccia carico della grave situazione economica della Moldavia.

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  2. Nicola scrive:

    http://ambasada.it/index.php?showtopic=18792

    La Moldova si può definire una nazione? Se per nazione s’intende l’insieme dei cittadini che hanno in comune la lingua, la religione, le tradizioni e provengono da un unico ceppo storico?

    Dalla definizione di nazione sopra riportata cominciano ad affiorare alcuni dubbi: i cittadini moldavi hanno la stessa religione ma non hanno la stessa lingua, le stesse tradizioni e non provengono dallo stesso ceppo storico.

    Tutti sappiamo che in Moldova si usano correntemente due lingue anche se la Costituzione afferma che la lingua ufficiale è quella moldava. Per non parlare poi delle tradizioni che non sono certo le stesse per tutti, gli usi e costumi sono una mescolanza di chiara provenienza culturale slava e mitteleuropea, che risente ovviamente dei passati domini russi e romeni.

    La questione che non lascia dubbio alcuno è che sgombra il campo da qualsiasi dubbio è la necessità, così come recita appunto la definizione di nazione, di avere nel suo territorio una popolazione proveniente da un unico ceppo storico: come tutti sanno in Moldova, per le sue note vicende storiche, i ceppi di provenienza della sua popolazione sono almeno due, due grandi ceppi con usi e costumi assai diversi, per non parlare della lingua.

    Quindi possiamo affermare secondo le considerazioni di cui sopra che la Moldova non è una nazione, come la definizione canonica lascerebbe intendere, anche se ha un sua popolazione e un suo territorio con confini riconosciuti a livello internazionale.

    Non basta avere un territorio ed un popolo che si riconosce sotto una bandiera (anche su questo ci sono forti dubbi) per fregiarsi dell’appellativo di nazione.

    Possiamo dire però senza ombra di dubbio che i moldavi sono certamente un popolo , se per popolo s’intende l’insieme dei cittadini che svolgono le loro funzioni nel territorio.

    Il termine cittadino presuppone la cittadinanza e per cittadinanza s’intende il vincolo giuridico che si instaura tra il cittadino e lo stato e in virtù di tale vincolo lo stato riconosce al cittadino i diritti soggettivi pubblici, cioè politici, culturali e di libertà.

    I moldavi sono certamente un popolo ma non sono una nazione.

    Ed è proprio nel concetto di “nazione moldava” che il dibattito si accende, le due forze centrifughe in eterna contrapposizione: quella propriamente moldava che si riconosce nel ceppo romeno e quella russa che si riconosce nel ceppo russo-slavo, nella loro eterna lotta di predominio dell'una sull'altra non fanno altro che allontanare sempre più il concetto di “nazione moldava” o di “patria moldava”.

    Fino a quando nel paese esisterà questa anomalia culturale ed etnica e la sua popolazione non si sentirà pienamente e fieramente moldava rinunciando ad una inutile ed anacronistica appartenenza etnica, la Moldova non sarà mai una nazione.

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