CUM NE PREGATIN NOI DE REFERENDUM???

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giovedì 22 settembre 2011

Il Comintern e le origini del ‘moldavismo’.

Alla presenza di un folto pubblico e di diplomatici romeni e stranieri, il Ministero degli Esteri romeno ha ospitato la presentazione del volume Il Comintern e le origini del „moldavismo” (Cominternul şi originile “moldovenismului”) dello storico Gheorghe E. Cojocaru della Rep. Moldova confinante, pubblicato dall’editrice Civitas di Chisinau.
Erano presenti il ministro degli Esteri romeno, Teodor Baconschi, e il segretario di stato agli affari strategici, Bogdan Aurescu. Il libro è stato presentato dall’autore, dai docenti universitari Mihai Retegan e Ion Siscanu, nonché dal presidente dell’Associazione degli storici della Moldova, Sergiu Musteţea, e dal direttore dell’editrice Civitas, Gheorghe Bostan.

La questione moldava.
Attraverso documenti inediti dell’Internazionale comunista, scoperti dall’autore negli archivi di Comintern a Mosca, Kiev, Bucarest e Chisinau e risalenti al periodo 1924-1928, il libro dello storico di Chisinau presenta il modo in cui è nata la dottrina del cosiddetto „moldavismo”, istituita dal regime stalinista. I documenti risalenti al periodo 1924-1928 sono stati tradotti dal russo e argomentano la costruzione di tipo sovietico del concetto di „moldavismo” e la sua inoculazione tra gli abitanti della Bessarabia (la Moldova attuale), con la creazione, nel 1924, della Repubblica autonoma sovietica socialista della Moldova (Rassm), nota come la Transnistria. Il ministro Baconschi ha rilevato che nel suo libro, Gheorghe E. Cojocaru dimostra, in base ai documenti, come fu concepita, dal 1924 al 1928, ai tempi di Stalin, „un’arma temibile volta a minare la statalità della Romania e a rendere la Transnistria una testa di ponte per esportare la Rivoluzione rossa nei Balcani e in Europa”.
„Dal libro del Dott. Cojocaru apprendiamo che il ‘moldavismo’ nega le radici identitarie romene e che il suo metodo preferito erano l’esagerazione e la mistificazione: un gergo diventa lingua letteraria, e una regione in riva al fiume Nistro arriva ad essere ‘stato’ con identità ‘moldavista’ distinta”, ha detto il capo della diplomazia romena, Teodor Baconschi. Gli effetti nocivi e i danni collaterali sono visibili a tutt’oggi in Moldova: la crisi identitaria indotta artificialmente ha generato convulsioni e tensioni, ostacolando per molto tempo un’evoluzione normale, ha aggiunto il ministro. „La Romania respinge qualsiasi pratica volta ad accreditare l’idea di una nazione e di una lingua ‘moldava’ distinta da quella romena, in base a chiari argomenti scientifici”, ha aggiunto Baconschi, sottolineando che in tal senso „un eccellente esempio è il libro presentato oggi”.
L’autore e gli storici presenti hanno sottolineato l’importanza della ricerca negli archivi comunisti per capire il processo di ingegneria etno-culturale che ha tentato di accreditare la teoria del „moldavismo”, nonché lo scopo politico e ideologico di questo iter. La Romania fu il primo stato ad aver riconosciuto l’indipendenza della Moldova, nel 1991, ha sottolineato da parte sua il segretario di stato Bogdan Aurescu, ricordando la comunanza di cultura, tradizioni, storia e lingua, e il sostegno di Bucarest all’avvicinamento di Chisinau all’Ue. Il „moldavismo” è stato concepito come strumento della diplomazia sovietica per contestare l’integrità territoriale della Romania dopo la Grande Unità del 1918, al fine di strappare la Bessarabia dal territorio romeno, ha aggiunto Bogdan Aurescu.
Da parte sua, l’autore del volume, il prof. Gheorghe E. Cojocaru, ha sottolineato che le autorità di Chisinau manifestano nella relazione con la Romania un’apertura senza precedenti negli ultimi 20 anni, apprezzando il sostegno di Bucarest. „Abbiamo bisogno di questo sostegno di Bucarest”, ha detto lo storico, spiegando che la gente ha „buone aspettative” dalla visita che il capo dello stato romeno Traian Basescu farà la prossima settimana a Chisinau.

La Transnistria
La regione separatista della Transnistria, situata nell’est della Moldova di oggi, dalla quale la separa il fiume Nistro, fu costituita da Stalin nel 1924, col nome di Repubblica autonoma sovietica socialista moldava, all’interno dell’allora Repubblica sovietica socialista dell’Ucraina (Rssu). Successivamente, nel 1940, quando a seguito del Patto Ribbentrop-Molotov del 1939, l’odierna Moldova (allora territorio romeno) fu strappata alla Romania dall’Unione sovietica, Stalin unificò la Moldova con una parte dell’allora Rassm, sotto il nome di Repubblica sovietica socialista moldava con capitale a Chisinau. L’altra parte della Rassm restava alla Rssu. A settembre 1990, ancora prima dello smembramento dell’Urss e della dichiarazione di indipendenza della Moldavia nel 1991, per paura di una possibile riunificazione della Moldova con la Romania, le autorità russofile di Tiraspoli, capitale della Transnistria, hanno proclamato la “Repubblica moldava sovietica socialista del Dniester”, mai riconosciuta dalla comunità internazionale. Nel 1992 è scoppiata la guerra civile tra Moldova e Transnistria, che ha provocato circa 1.500 morti. Da allora, col sostegno della 14/a armata russa, la Transnistria è uscita di fatto dal controllo delle autorità di Chisinau.

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