CUM NE PREGATIN NOI DE REFERENDUM???

CUM NE PREGATIN NOI DE REFERENDUM???
http://www.timpul.md/articol/cum-ne-pregatim-noi-de-referendum-14868.html

martedì 29 giugno 2010

La Moldova si divide sulla storia

La Moldova e le sue regioni separate.


Come già avvenuto in altre repubbliche ex sovietiche, anche in Moldova si è arrivati a un redde rationem politico costruito sulle interpretazioni della storia. E’ successo nei paesi baltici, era successo prima in Georgia, è successo negli ultimi due anni in Ucraina: l’arrivo delle truppe sovietiche nel 1944-45 è stato la liberazione dal giogo nazista o l’inizio di una feroce occupazione? Finora i dirigenti politici della Moldova avevano evitato abbastanza accuratamente l’argomento, consapevoli delle pesanti conseguenze che avrebbe avuto un dibattito – o peggio delle decisioni concrete – su questa faccenda; ma da quando al vertice del paese è arrivato – sia pure come presidente ad interim, visto che un’elezione regolare appare impossibile in un parlamento troppo diviso – il nazionalista Mihai Ghimpu, le cose sono cambiate. Dopo una serie di dichiarazioni sempre più univoche, il 24 di questo mese Ghimpu ha emesso un decreto che proclama il 28 giugno “!
 Giorno dell’occupazione sovietica”. Il 28 giugno 1940 la Moldova venne staccata dal regno di Romania (che a sua volta l’aveva ottenuta a spese di Russia e Austria-Ungheria nei trattati di pace seguiti alla fine della prima guerra mondiale) e annessa come repubblica socialista sovietica all’Urss.

Oggi Ghimpu ha anche inaugurato un monumento-memoriale dedicato alle vittime dell’occupazione sovietica, nel centro della capitale Chisinau, rispondendo con sfida alle proteste che contro questa “nouvelle vague” storica si stanno levando da parte del partito comunista moldavo (43 seggi su 101 in parlamento) e anche da tre dei quattro partiti che fanno parte della coalizione di governo. I comunisti si sono anche rivolti alla corte costituzionale perché annulli il decreto emesso da Ghimpu; una risposta è attesa nei prossimi giorni. Alla cerimonia odierna erano presenti solo deputati del partito di Ghimpu. La coalizione di maggioranza si è scollata non poco, in queste ore, visto che il presidente ad interim ha rifiutato di partecipare a un incontro con i leader dei partiti che lo sostengono.

Anche l’unità etnico-politica del paese sembra messa a repentaglio. Non solo è ovvio che nella Transdnestria autoproclamatasi indipendente e fedelissima alle tradizioni sovietiche la nuova festa nazionale non sarà accettata; ma anche nella Gagauzia, regione autonoma abitata prevalentemente da una popolazione turcofona, c’è stata una ribellione (verbale) al nuovo corso del governo. “Il 28 giugno 1940 è la data in cui siamo stati liberati dalla dittatura fascista romena di Antonescu, che voleva sterminare tutta l’etnia gagauza”, ha detto il leader della comunità nonché governatore regionale Mihai Formuzal. “Sono sicuro che prima o poi questo decreto verrà annullato”.
http://blog.ilmanifesto.it/estestest/2010/06/28/la-moldova-si-divide-sulla-storia/


28 giugno- Giornata dell'occupazione sovietica

Una riparazione morale, pur se arrivata dopo sette decenni, non è inopportuna dal punto di vista storico. A Chişinău, il presidente interinale, il filo-occidentale Mihai Ghimpu, ha proclamato il 28 giugno „Giornata dell’occupazione sovietica”, per segnare i 70 anni dall’annessione da parte di Mosca, in seguito ad un ultimatum, dei territori romeni dell’est, sui quali fu creata l’attuale Moldova (repubblica a maggioranza romenofona). Lunedì, saranno quindi commemorate, ufficialmente, le vittime del regime totalitario comunista. Negli anni ’40, decine di migliaia di famiglie dei territori occupati sono state deportate in Siberia e Kazakistan, suordine di Stalin, che voleva eliminare le elite romene. Altre centinaia di migliaia di persone si sono rifugiate nella Romania amputata. Al loro posto i sovietici hanno portato coloni dalla Russia e Ucraina, che hanno modificato drammaticamente la struttura etnica della regione. Il documento firmato dal presidente Ghim!
 pu non è prettamente commemorativo e non si limita ad evocare il terrore stalinista, ma affronta anche il passato che si rifiuta di scomparire. Il decreto chiede alla Federazione Russa, in veste di successore di diritto dell’Unione Sovietica, di ritirare „in modo incondizionato, d’urgenza e in maniera trasparente” le sue truppe dalla regione separatista Transnistria. Queste truppe, che Ghimpu non esita a definire esercito di occupazione, sono il garante dell’indipendenza della Transnistria, nonriconosciuta su piano internazionale, ma proclamata unilateralmente dopo il conflitto armato del 1992. Nel frattempo, la "Transnistria è diventata un buco nero dell’Europa, dove i diritti umani non sono rispettati” – ammonisce una dichiarazione della delegazione romena all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa. La dichiarazione, firmata da decine di parlamentari della Germania, Francia e Ucraina, chiede l’immediata liberazione del giornalista Ernest Vă!
 rdănean, condannato con l’accusa, non provata, di spionaggi!  o, nonch è di altre persone incarcerate solo per essersi opposte ai separatisti. A Bucarest, il politologo Dan Dungaciu definisce il conflitto in Transnistria uno strumento geostrategico, di cui Mosca si avvale nei negoziati con l’Occidente su alcuni dossier più ampi, dall’allargamento NATO fino ai gasdotti o agli oleodotti. Mosca „è presente in loco, e le sarà molto difficile ritirarsi senza che le venisse offerta un’alternativa o uno scenario da poter vendere con successo sia alla popolazione della Transnistria, sia a quella della Federazione Russa” – conclude il professor Dungaciu.
http://www.rri.ro/art.shtml?lang=8&sec=123&art=34972



Premierul Vladimir Filat a mers să depună flori la o altă piatră de comemorare a victemelor deportărilor şi represiunilor staliniste, decât cea din PMAN


Preşedintele interimar, Mihai Ghimpu, a fost singurul dintre cei patru lideri ai alianţei de guvernare care a participat la dezvelirea plăcii de comemorare a victimelor regimului comunist, în Piaţa Marii Adunări Naţionale. Piatra de comemorare a victemelor ocupaţiei sovietice a fost sfinţită de un sobor de preoţi de la Mitropolia Basarabiei. Primarul capitaliei Dorin Chirtoacă a spus că au fost invitaţi la procesiune şi reprezentanţii Mitropoliei Moldovei.
Mihai Ghimpu a declarat că acest eveniment a întârziat cu 20 de ani.
Premierul Vladimir Filat a mers să depună flori la o altă piatră de comemorare a victemelor deportărilor şi represiunilor staliniste, amplasat în faţa gării feroviare.
La ceremonia din Piaţa Marii Adunări Naţionale oamenii au venit ca să susţină decretul preşedintelui interimar, Mihai Ghimpu, şi instalarea monumentului în memoria victimelor regimului comunist.
http://www.publika.md/premierul-vladimir-filat-a-mers-sa-depuna-flori-la-o-alta-piatra-de-comemorare-a-victemelor-deportarilor-si-represiunilor-staliniste--decat-cea-din-pman_47901.html



Народное Собрание (парламент) Гагаузской Автономии постановил объявить день 28 июня Днем освобождения от румынской оккупации.

http://omg.md/Content.aspx?id=9085&lang=3


In via di definizione l’accordo per realizzare un agrimercato a Chisinau.

Padova guarda sempre di più all’Est Europa. E’ di questi giorni la notizia che il Maap, assieme alla finanziaria Finest, realizzerà un ortomercato a Chisinau, capitale della Moldavia. La nuova struttura prevede un investimento di circa 20 milioni di euro e sorgerà tra il centro cittadino e l’aeroporto. A gestirlo, saranno poi grossisti locali. “Da parte nostra – ha infatti dichiarato il presidente del Maap, Franco Frigo – forniremo il know-how per la gestione, ma non avremo alcun impegno diretto. L’interesse che abbiamo è quello di rafforzare il rapporto con l’Est Europa e di potenziare il nostro export”. L’agrimercato di Padova, del resto, si conferma una piattaforma privilegiata per l’esportazione: delle 370.000 tonnellate di merce che transitano in un anno, la quota destinata all’estero tocca il 45%.

http://www.myfruit.it/it/canali/articolo/articolo/il-maap-di-padova-sbarca-in-moldavia.html?tx_ttnews[backPid]=12

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